Filippo Magnini ha vinto la sua battaglia contro il Tribunale Nazionale Antidoping: il TAS assolve Re Magno dall’accusa di doping e cancella la squalifica di quattro anni.

foto Federnuoto/Andrea Masini/DBM

NUOTO, IL TAS ASSOLVE MAGNINI: CANCELLATA LA SQUALIFICA PER DOPING

Una vittoria impronosticabile, ma pur sempre una grande vittoria. Filippo Magnini si era ritirato a fine 2017 con un palmares di altissimo livello (un bronzo olimpico, due ori mondiali nei 100sl e 4 medaglie iridate, 9 ori e 18 medaglie agli Europei ecc.), ma probabilmente quest’oggi ha ottenuto la vittoria che l’ha soddisfatto di più da qualche anno a questa parte. L’ha ottenuta fuori dall’amata piscina, e in un’aula di tribunale, ribaltando una sentenza che sembrava inappellabile. Ripercorriamo i fatti. Nel 2018 il Tribunale Nazionale Antidoping aveva squalificato “Re Magno” per quattro anni: l’accusa era di quelle infamanti, per un atleta che si era sempre dichiarato un paladino dello sport pulito, ovvero l’assunzione o tentata assunzione di sostanze dopanti. Dalla parte del TNA c’erano le ripetute intercettazioni e i continui contatti col medico-preparatore pesarese Guido Porcellini, sotto processo penale perchè ritenuto uno dei “medici del doping”: nelle intercettazioni telefoniche, Magnini sembrava chiedere tramite parole in codice di ricevere sostanze dopanti, che poi secondo l’accusa avrebbe utilizzato per migliorare le proprie prestazioni nella fase conclusiva della carriera. Una fase conclusiva nella quale, a dire la verità, Filippo non aveva più ripetuto i risultati della sua era d’oro (dal 2005 al 2012, all’incirca). L’impianto accusatorio era ben costruito, con intercettazioni e pedinamenti per confermare i ripetuti contatti tra Re Magno e Porcellini, però mancava la prova regina: Magnini non era mai stato trovato in possesso di sostanze dopanti o positivo al doping nel corso della sua carriera. Alla giustizia sportiva non servono prove fisiche per emettere una condanna (la maggior “prova”, oltre ai contatti, erano dei test antidoping privati nei quali Magnini si sarebbe accertato di non poter risultare positivo nonostanze l’utilizzo di sostanze, secondo l’accusa), si è detto, e così la squalifica di 4 anni è divenuta esecutiva ed è stata confermata in 2° grado.

Oggi, però Filippo Magnini ha annunciato la sua clamorosa vittoria. Il TAS, al quale si è appellato per dirimere quella che lui vedeva come una condanna immotivata e ingiusta, il pesarese non ha vinto, ha stravinto: squalifica cancellata e immagine riabilitata. L’impianto difensivo di Magnini si basava proprio sull’assenza di prove fisiche ed empiriche del suo uso di doping, ed è stato accettato dal Tribunale Arbitrale dello Sport. Le motivazioni ufficiali saranno depositate solo tra 60 giorni, ma sembra che la decisione di cancellare la squalifica nasca proprio dall’assenza di prove: Magnini ha inflitto così una sconfitta dura da digerire al sistema antidoping italiano, e ha vinto la sua battaglia legale. La sua immagine è riabilitata, come ribadisce lui stesso su Instagram: “HO VINTO. Il Tas mi ha assolto in pieno da ogni tipo di accusa. È sempre stato così, le gare le ho sempre vinte negli ultimi metri. Mi hanno insegnato a non mollare mai. Sono sempre stato un atleta e una persona corretta. Tremo dalla gioia”. Ricordiamo che la sentenza del TAS è inappellabile, quindi Magnini è e resterà innocente. Nel mentre, però prosegue il processo penale contro il medico Porcellini e i suoi collaboratori: l’inchiesta penale, a differenza di quella sportiva, non ha mai coinvolto l’ex nuotatore azzurro, che potrà continuare a dormire sonni tranquilli. 

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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