dal nostro inviato alle Olimpiadi invernali di PyeongChang 2018, Luca Lovelli
Siamo riusciti ad intervistare Anna Cappellini e Luca Lanotte dopo la gara di pattinaggio nel Team event di questa notte e abbiamo avuto una bella chiacchierata coi due pattinatori che oltre ad esprimere la delusione per il punteggio hanno elogiato Matteo Rizzo
 

Luca Lanotte e Anna Cappellini alle Olimpiadi invernali 2018

Foto di Luca Lovelli di Azzurri di Gloria alle Olimpiadi invernali 2018 di PyeongChang

L’INTERVISTA

Inizia con una domanda molto semplice ma piena di significato l’intervista a Luca Lanotte e Anna Capellini, la domanda è: “Come va?”, rispondono prima in coro con un “bene, voi?”. Poi prende la parola Anna: “Un po’ arrabbiati, più che altro perché abbiamo fatto la pattinata della vita, abbiamo avuto il nostro momento Olimpico, abbiamo fatto il meglio che potevamo a livello di performance, abbiamo lasciato un pezzo di cuore in pista, ma il punteggio non ha rispecchiato questa cosa. Siamo orgogliosi di noi stessi, ma delusi dal punteggio. Cerchiamo di migliorare sempre di più, di spingere di più di performare sempre al meglio, abbiamo fatto un punto in più rispetto all’europeo dove abbiamo fatto chiaramente un programma libero difficile e sporco, quindi dal punto di vista del punteggio, no, di noi stessi invece siamo estremamente fieri”
 
Ma perché secondo voi? A Milano avevate detto che avevate parlato e capito…
Risponde subito Anna “Abbiamo capito, abbiamo lavorato sulle cose”, interviene a questo punto Luca Lanotte che con un tono sarcastico dice “noi abbiamo capito, loro hanno capito?” (Risate, ndr), riprende Anna “Noi i cambiamenti che ci sono stati suggeriti di fare li abbiamo apportati, anche prima dell’europeo, così non avevamo più nulla da fare, se non allenarci al massimo per le Olimpiadi, poi sapevamo all’europeo di aver mancato dal punto di vista della performance, quindi qui abbiamo proprio cercato di ovviare a questo problema, pensando che portasse più punti. Abbiamo visto che il trend generale dei punteggi era più basso rispetto a delle gare precedenti, però tra una coppia e l’altra c’era un bello stacco che non ci è piaciuto. Quindi adesso non so se c’è la possibilità di parlare con le giurie, onestamente non lo so, perché di solito a fine gara si può chiedere un feedback, adesso non so se sarà possibile. Però adesso ci sediamo, guardiamo il punteggio e cerchiamo di capire se è mancato qualcosa o se invece a livello generale è mancato qualcosa” si inserisce a questo punto Luca: “Da sentire era impeccabile, cioè decisamente (sottolineato con un tono di voce più marcato, ndr) la migliore performance dell’anno, un punto di differenza rispetto all’europeo dove abbiamo fatto un errore, di solito noi siamo sui 110, 112, (si riferisce ai punteggi di gara, ndr), siamo molto delusi, sono sicuro che la giuria sia formata da persone competenti, e abbiano avuto le proprie ragioni per dare questi punteggi, ma non si capisce cosa abbiano visto.” “Noi non capiamo” dice Anna.
 
Forse stanno agevolando il ricambio visto che voi dopo una splendida carriera vi avviate al ritiro?
Risponde subito Luca: “Di solito alzano quelli che vogliono agevolare, il ricambio, non abbassano quelli che se ne devono andare”
 
Della vostra gara farete qualche aggiustamento? Vi demoralizza un po’?
Risponde Anna: “No non ci sono i tempi, e la storia insegna che cambiare le cose durante una Olimpiade possa portare a risultati disastrosi, quindi no” Luca spalleggia la partner e dice:” No assolutamente, noi andiamo avanti per la nostra strada a prescindere dai punteggi, domani riposo, un’altra settimana di allenamento e andremo con gli stessi programmi in gara”.
 
Voi rimanete qui o andate a Seul?
In coro dicono che non andranno a Seul, Luca dice che non avrebbe senso andare nella capitale della Corea del Sud l e poi Anna aggiunge “Qui ci offrono comunque molto ghiaccio, poi il team di velocità e di short track che sono andati prima hanno riferito che la pista era estremamente fredda, quindi era penalizzante dal punto di vista dell’allenamento, se era un’idea secondaria quando siamo arrivati qui, è diventato un no secco perché c’è bisogno di allenarsi a lungo e con calma e le coppie dicevano che dopo mezz’ora morivano di freddo”. Luca completa quanto detto da Anna dicendo che quanto si poteva fare Seul si potrà fare anche in loco basta essere organizzati e sapere cosa fare ogni allenamento.
 
Vi è piaciuto il Team event?
Bellissimo esclama subito Luca, che poi, mentre Anna parla di abiti e della scelta di quel completo e del colore per la gara, aggiunge:” A noi è piaciuto perché poi sulla esperienza di Sochi che nessuno sapeva cosa bisognava fare, qui ci siamo organizzati, sapevamo cosa fare, abbiamo sfiorato una medaglia, secondo me le performance che il nostro team ha messo sul ghiaccio valgono anche di più di una medaglia, sono stati delle performance incredibili. Noi sentiamo di aver dato tutto, in quanto capitano mi sento di dire che Matteo Rizzo è stato il vero eroe di questo Team Event, è stato impeccabile. A 19 anni trovarsi ad una Olimpiade con il peso di tutto il Team addosso, la responsabilità che dal suo risultato dipendesse il nostro risultato, io personalmente non immaginavo che lui potesse sopportare e supportare così tanto il team. Siamo stati tutti dei campioni, ma lui è stato l’eroe, veramente. Lui è tutto l’anno che fa performance alla grande, uno si aspetta e ci sta che a 19 anni arrivi e inizi a sudare freddo, lui è stato perfetto”.
 
In prospettiva? Quando non avrà più 19 anni ma 22/23, gli anni della maturità cosa potrebbe diventare?
Risponde Anna:” Secondo me adesso deve migliorare nelle difficoltà, ma so che ci stanno lavorando, ora è l’era dei quadrupli, lì bisogna riuscire ad andare” e Luca estremamente convinto rincalza:” Bisogna spingere in quella direzione, ma ha tutte le armi per poter competere con il meglio del meglio, lui è il futuro”.
 
È tra i primi cinque al mondo? (Ci si riferisce in prospettiva a Matteo Rizzo, ndr)
Luca riprende dicendo: “Dipende da quanto i suoi insegnanti sapranno spingerlo al limite, al limite dei salti, al limite del pattinata, di coreografia. Adesso si rischia tanto, però credo che abbia tutte le capacità e possibilità per poterlo fare”
 
Il vostro patrimonio a chi lo volete trasferire? C’è un modo per poter trasferire tutto ciò che avete imparato?
Risponde Anna:” Prima andiamo un po’ in vacanza, ci sono un po’ di progetti ma finché pattiniamo pensiamo a quello, poi quando smetteremo ci siederemo ad un tavolo e decideremo” Luca dice che magari si prenderanno un anno poi torneranno (risate, ndr), poi aggiunge:” Sarebbe bello trasferire tutto quello che abbiamo imparato a chi arriva, perché a noi nessuno ha insegnato niente”
 

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