“È stata una gara dura, una lotta sul singolo grammo e anche contro i giudici” dice Nino. Antonino Pizzolato, nonostante la grande soddisfazione, esprime il suo rammarico “per il peso da 210 kg e non tanto per il 203 kg”. Alla fine però prevale la gioia, che ripaga tutti i sacrifici. Sulla strategia di gara ha detto: “Ritornando alla scelta finale del peso da sollevare, la motivazione, condivisa con lo staff tecnico è stata quella di voler attaccare, pur cercando di portare a casa una medaglia (dato a quel punto certa) e la scelta è stata degli allenatori”. Il segreto di Nino è stato quello di non smettere mai di attaccare, “sia con i muscoli che con la mente”. Come accade dopo ogni premiazione, ci sono i ringraziamenti, per tutto lo staff e per la famiglia. Merita spazio la dedica della vittoria ai quattro nonni, persi appena prima della partenza.
E sul futuro? Antonino, di servizio a Roma con la polizia di Stato, ritornerà dalla famiglia a Salaparuta(“non Castelvetrano, ma Salaparuta”, sottolinea con orgoglio), territorio del trapanese e profondamente segnato dal terremoto del Belice, per prendersi “qualche settimana di riposo in famiglia”.
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