La 17enne Elisabetta Cocciaretto è stata semifinalista agli Australian Open juniores 2018. È lei il volto nuovo della Nazionale di Tathiana Garbin, capitano di Fed Cup.

Diciassette anni e non sentirli: Elisabetta Cocciaretto, 17enne originaria di Porto San Giorgio (Fermo), sta vivendo uno strepitoso 2018, iniziato con la qualificazione alle semifinali degli Australian Open juniores 2018 e proseguito con la convocazione in Fed Cup per la sfida Italia-Spagna del World Cup II. La giovane tennista è intervenuta ai microfoni di “Minuti di Gloria” per parlarci del suo amore per il tennis, dei suoi miti e dei suoi sogni.

Elisabetta Cocciaretto, 17 anni, semifinalista agli Australian Open juniores 2018

Elisabetta, sei soddisfatta per come sono andati gli Australian Open juniores 2018?
È stata una bellissima esperienza: spero che possa ripetersi in futuro. A parte la grande soddisfazione però ho qualche rimpianto per come è andata la semifinale: ho fallito due match point col servizio a favore. Nonostante ciò, le scelte che ho fatto in quei due punti mi aiuteranno a gestire meglio situazioni simili in futuro. C’è un po’ di rimpianto, ma è stata un’esperienza positiva. Ho ricevuto tanto sostegno sia da Corrado Barazzutti che dal mio allenatore.

Quale è stato il momento chiave nel torneo?
Ricordo un episodio legato alla prima partita, che ho giocato contro un’avversaria che sulla carta avrebbe poi dovuto vincere il torneo. Avevo perso il primo set e il mio angolo mi ha detto: “Tu ce la farai perchè sei forte, devi stare tranquilla, se lo vuoi davvero questa partita la porti a casa!”. Dopo ho giocato un bel tennis e ho vinto la gara.

Come hai preso la notizia della tua convocazione in Fed Cup?
Io non so la motivazione per la quale sono stata convocata: forse per i risultati che ho ottenuto agli Australian Open, ma non credo che sia l’unica ragione. Comunque non mi importa più di tanto: la soddisfazione è stata enorme.

Sei consapevole di trovare spazio in un momento difficile per il tennis azzurro?
Ci sono delle buone giocatrici, magari non sono fortissime però alcune di loro possono fare strada. Magari al momento però non sono come potevano essere un tempo una Pennetta, una Vinci o una Errani alla loro età.

A quali tenniste ti ispiri?
Sara Errani è un esempio. Non mi ispiro solo a lei però. Guardo anche a tutte le altre ragazze italiane della storia recente come Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Roberta Vinci: sono state le giocatrici italiane più forti degli ultimi tempi. Tra le straniere mi piacciono Caroline Wozniacki,  Dominika Cibulkova e Jelena Ostapenko.

Come è nato l’amore per il tennis?
Fin da piccola sognavo di diventare una giocatrice forte e di poter disputare i tornei del Grande Slam. L’annata che mi ha fatto capire che il tennis sarebbe potuto diventare la mia professione è stato il 2014. Nel 2015 poi ho cominciato ad affacciarmi ai tornei internazionali raccogliendo anche buoni risultati. Dopo sono stata fermata da un problema alla schiena e il momento magico si è interrotto. Poi sono ritornata in campo e sono stata al centro tecnico di Tirrenia, dove mi alleno ancora. Dedico al tennis giorno e notte: è la mia vita.

Hai un sogno nel cassetto?
Sono una ragazza coi piedi per terra. Sono soddisfatta, ma so che c’è ancora da lavorare e che non basta vincere nel territorio nazionale per crescere. Sogno gli Internazionali di Roma: è il torneo più bello da vincere, secondo me.

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Simone Lo Giudice
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