A Cantù sono giorni di caos totale. Il patron Gerasimenko, in questi anni, ci ha abituato a situazioni diverse e strampalate, ma alla fine a vincere è sempre stato lo sport e lo spettacolo messo sul campo. Invece, ora a vincere sembra la giustizia.
Cantù sull’orlo del baratro
Da tre anni, ovvero dall’arrivo di Gerasimenko in Brianza, la pallacanestro Cantù e i suoi tifosi si sono ormai abituati alle varie difficoltà economiche del suo patron, ma nonostante questo, si sono sempre viste squadre competitive e formate da giocatori e professionisti molto seri (spesso non percepivano lo stipendio per mesi).
Ora, ormai da qualche giorno, però la questione si fa più serie e, così sembra, irreversibile. A Gerasimenko (ora è a Cipro), il Governo russo ha bloccato la produzione delle acciaierie e, cosa più importante, tutti i suoi conti, compresi quelli destinati alle spese della società.
Serve un milione a Cantù, per poter finire la stagione e le ipotesi relative al suo futuro sono diverse e le più disparate. La prima è il ritiro, ma la Fip e la Lega cercheranno in tutti i modi di poterlo evitare. La seconda, si spera, quella della creazione di un cordone di sponsor che subentrino anche nelle quote di Gerasimenko, il quale si è detto disposto a cederle a costo zero, praticamente gratis.
Durissime sono state le parole di un grande ex di Cantù, Coach Carlo Recalcati, secondo il quale è dura uscire da questa situazione, le cui ombre, ormai da due anni gravano su Cantù, senza che mai nessuno cercasse di intervenire.
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