Basket, NBA. Siamo ormai a più di metà stagione nella National Basketball Association, la lega di pallacanestro più competitiva al mondo, e la corsa ai playoff si fa agli sgoccioli: riusciranno Marco Belinelli e Danilo Gallinari, azzurri dell’Italbasket impegnati oltreoceano, rispettivamente con Philadelphia ’76ers e Los Angeles Clippers, ad accedere alla post season? 

Danilo Gallinari in azione con la maglia dei Los Angeles Clippers

Danilo Gallinari in azione con la maglia dei Los Angeles Clippers (fonte immagine: clutchpoints.com)

BASKET, NBA: LA CORSA PLAYOFF NELLA WESTERN E NELLA EASTERN CONFERENCE

Siamo a più di metà stagione nella NBA, il campionato di pallacanestro oltreoceano, il più competitivo e ricco di talento al mondo. La corsa delle sedici franchigie, otto nella Western ed altrettante nella Eastern Conference, giunge al rush finale: anche in una lega storicamente emozionante come la NBA, il finale di stagione promette forti emozioni.

“Equilibrio” è la parola chiave per definire la corsa alla post season di quest’anno. Soprattutto a Ovest, Conference dove ben otto squadre, oltre alla già qualificatasi Houston (54 vinte e 14 perse il record) e ai Golden State Warriors (52-16), campioni uscenti, sono ancora in lotta per un posto ai playoff. Portland Trail Blazers (46-26) in primis, imbattuti, dieci vittorie di fila, dall’All Star Game; ma anche Oklahoma City Thunder (41-29) e Minnetosa Timberwolves (40-29) ambiscono alla post season. Senonché New Orleans Pellicans (39-29), Utah Jazz (39-30), San Antonio Spurs (39-30), Los Angeles Clippers (37-30) e Denver Nuggets (38-31) proseguono, indomite, la propria corsa. Difficile fare previsioni anche a Est. I Toronto Raptors (51-17) del “nuovo” DeRozan, unica certezza, sono già qualificati, così i Boston Celtics (46-22), ma alle loro spalle la situazione appare piuttosto liquida. Gli Indiana Pacers (40-29), vera sorpresa della stagione con Portland, sono terzi; quarti i Cleveland Cavaliers (39-29), all’ennesimo “periodo” a là Picasso della stagione: non il primo, non l’ultimo. Dietro alla franchigia di LeBron James (quest’ultimo, «all time high», alla migliore stagione personale in carriera, parola di re) seguono Washington Wizards (39-30), Philladelphia ’76 (37-30), Milwakee Bucks (36-32) e Miami Heat (36-33). Più staccati i Detroit Pistons, al netto della “trade-Griffin”, con un record negativo, 30-38.

LOS ANGELES CLIPPERS: IL SOGNO PLAYOFF IN UNA STAGIONE DA INCUBO

Più di trenta quintetti titolari differenti, oltre venti giocatori a roster quest’anno: la stagione regolare dei Los Angeles Clippers è stata, e rimane, totalmente condizionata dagli infortuni. Basti pensare che Danilo Gallinari, arrivato ad inizio anno per assicurare i playoff alla franchigia angelena, ha mancato più partite di quante ne abbia giocate: diciannove volte è sceso sul parquet, a fronte di sessantasette match disputati dai Clippers.

Il lavoro di coach Doc Rivers è stato incredibile e Los Angeles, al netto di una stagione da incubo, insegue ancora il sogno dei playoff: il nono posto, un fallimento sulla carta, è nei fatti un autentico, piccolo miracolo sportivo. Merito, oltre che dello staff e dell’allenatore, di tutta la squadra. A cominciare da De Andre Jordan, protagonista sia dentro che fuori dal campo: il centro dei Clipps, infatti, donerà cento e mille dollari, rispettivamente per ogni rimbalzo e punto, nella raccolta fondi per la causa dell’uragano Harvey abbattutosi su Houston, sua terra natale. Un buon modo per ricordare, e tener ben presente, la differenza tra i drammi reali e quelli sportivi.

Raggiungere la post season per i Los Angeles Clippers è impresa difficile, ma non impossibile: il gruppo è coeso e con qualche rientro, ed una buona dose di fortuna, derubricata a “contrappasso”, nel non perdere ulteriori elementi della rosa, nulla sembra impossibile. Anche se le rivali dell’ovest, come ogni stagione, quest’anno più che mai, procedono con altrettanta decisione e determinazione.

PHILADELPHIA ’76ERS: MARCO BELINELLI, OBBIETTIVO POST SEASON

37-30: questo il record dei Philadelphia ’76ers, valevole per la testa di serie numero sei nella Eastern Conference. 8-5, invece, è il bilancio della squadra dall’arrivo di Marco Belinelli. L’azzurro, giunto da Atlanta in corso d’opera, s’è ottimamente inserito all’interno della franchigia di Brett Brown. 25,8 minuti, 10,9 punti, 0,9 assist, 1,5 rimbalzi, 45,2% al tiro, 53% la percentuale reale al tiro (indicatore parametrato al differente valore del tiro libero, da due e da tre), oltre il 90% ai liberi: questi i numeri di Marco nelle tredici partite disputate nella franchigia della Pennsylvania.

A Philadelphia serviva un tiratore, punti dalla panchina, e la stella dell’Italbasket, uno dei giocatori più pericolosi dall’arco, e non, di tutta la lega finora non sta tradendo le aspettative. Il momento della verità, per “Rocky”, questo il soprannome affidato al Beli dai tifosi della Città dell’amore fraterno, e per la squadra, tuttavia, arriverà con i playoff. Dopo tutto, Belinelli è lì per quello.

Marco Belinelli annuncia su Twitter il proprio arrivo nella città dell’amore fraterno, rimandando al “motto” di Joel Embiid “Trust the process”: anche Marco ha fiducia nella ricostruzione della franchigia (fonte: pagina Twitter ufficiale di Marco Belinelli)

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Niki Figus
Giornalista pubblicista. Naufrago del mare che sta tra il dire e il fare. Un libro, punk-rock, wrestling, carta e penna.

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