Avvio di giornata importante per Michela Moioli, dominatrice del seeding round dello snowboardcross, che vivrà gli ottavi a partire dalle 7.30. Slalom anonimo per le azzurre, con la sola Brignone nelle trenta, mentre incanta Donaggio: il 18enne sfiora il podio nel freestyle Big Air. Il recap delle 7.30.

Fonte foto: FISI

SNOWBOARDCROSS: MOIOLI E CARPANO AI QUARTI 

Dominio azzurro nel seeding round dello snowboardcross, su un percorso lungo e insidioso. Michela Moioli, che deve difendere l’oro di PyeongChang e vuole dedicare un altro successo all’amica Sofia Goggia, è scatenata e disputa una prova strepitosa: tempo di 1.22.19 e 53/100 sulla britannica Bankes, prima inseguitrice. Si piazza in 11a posizione Caterina Carpano, che dunque sarà una delle sedici teste di serie negli ottavi, disputati con serie da quattro atlete (passano le prime due). Devono ricorrere alla seconda manche, “punizione” per le ultime sedici, Francesca Gallina e Sofia Belingheri, che chiudono rispettivamente 22a e 29a (penultima).

Aggiornamento – Negli ottavi, Moioli dimostra ancora una volta la sua forza: manche strepitosa e quasi un secondo rifilato alle avversarie, volando in scioltezza ai quarti. Out Sofia Belingheri, che chiude terza nella sua serie. Avanza ai quarti invece Caterina Carpano, seconda dopo un grande duello con la francese Pereira: nella stessa serie, chiude terza e viene eliminata Francesca Gallina. Alle 8 i quarti.

FREESTYLE: DONAGGIO SFIORA IL PODIO

Sfiorare un podio olimpico a soli 18 anni, si può. Lo fa Leonardo Donaggio, che sorprende tutti nel freestyle Big Air e sogna le medaglie per due delle tre manches. L’azzurro parte fortissimo, con un trick estremamente difficile che gli frutta 91pti e la terza posizione provvisoria: nella seconda run, Donaggio opta per un esercizio “di sicurezza” e ottiene 81pti, poi si gioca il tutto per tutto nella terza e ultima serie, ma non riesce a completare la sua figura. Un errore che gli costa di fatto il podio, distante nove punti. Oro al norvegese Birk Ruud (187.75), argento allo statunitense Stevenson (183), bronzo allo svedese Harlaut (181) che precede il connazionale Magnusson (178.25) e quinto posto per l’azzurro, che ottiene 172pti.

SCI ALPINO: BRIGNONE OUT NELLO SLALOM, RIMONTA VLHOVA

La prima manche dello slalom regala sorprese. In testa la tedesca Lena Duerr, autrice di una buona annata, che sfrutta il pettorale numero uno e chiude in 52″17, precedendo Gisin (+0.03) ed Hector (+0.12): seguono Slokar, Holdener, Liensberger e Vlhova, sorprendentemente ottava a 72/100 con evidenti problemi nella sciata, dovuti forse ai materiali. Disastro Shiffrin, out nella seconda gara consecutiva, come non le capitava dal 2011. L’unica italiana nelle trenta è Federica Brignone col 20° posto a 2”24: 32a Gulli e 35a Della Mea.

La seconda manche non sorride sicuramente all’Italia, con Federica Brignone che va out commettendo un errore sul piano conclusivo, proprio quando stava per sopravanzare la specialista canadese St. Germain (aveva 13/100 di margine). L’Italia assiste dunque allo slalom, tallone d’Achille al femminile, da spettatrice non pagante. L’oro va a una clamorosa Petra Vlhova, che sfrutta la tracciatura del suo allenatore per volare nella seconda manche e rimontare dall’ottava posizione: tempo di 1.44.98 per la slovacca, che regala una storica medaglia nello sci alpino al suo paese e precede Liensberger (+0.08) e Holdener (+0.12). La grande delusa è Duerr, che chiude quarta a 19/100, fuori dal podio per soli sette centesimi precedendo Slokar, Gisin, Rast, Moltzan, Swenn Larsson e Danioth. Out, lo ripetiamo, Federica Brignone.

HALFPIPE: OUT GLI AZZURRI

Nessuno dei due azzurri dell’halfpipe centra la finalissima. Lorenzo Gennero disputa una prova estremamente sottotono, chiudendo 19° con 34.75pti dopo la caduta nella seconda manche e una prima run deludente. Sfiora l’accesso alla finalissima, riservata ai migliori dodici, l’italo-americano Louis Philip Vito III: i 60.75pti della prima run (caduta nella seconda) non bastano per regalargli la finalissima, vista la rimonta di Shaun White e dell’altro statunitense Chase. 13° posto per il 33enne, con l’amaro in bocca.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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