Basket, NBA 2019. Continuano i playoff, con le semifinali alle porte. Dove, tuttavia, mancheranno gli azzurri Danilo Gallinari e Marco Belinelli, la cui corsa s’è interrotta al primo turno.
BASKET, NBA 2019: SEMIFINALI PLAYOFF ALLE PORTE, MA SENZA AZZURRI
Continuano i playoff NBA, la lega di pallacanestro professionistica più competitiva al mondo, con le semifinali della Eastern e della Western Conference alle porte.
A Est, nella prima semifinale, i Milwaukee Bucks affronteranno i Boston Celtics, uniche due franchigie imbattute nella postseason, dopo le rispettive serie contro i Detroit Pistons e gli Indiana Pacers. Nella seconda, invece, si giocheranno un posto in finale Toronto Raptors e Philadelphia ’76. I primi vincitori al primo turno contro gli Orlando Magic, 4-1; i secondi, con medesimo risultato, contro i Brooklyn Nets.
A Ovest, invece, andrà in scena un remake della finale di Conference dello scorso anno, con una sfida tra Houston Rockets e Golden State Warriors. I primi, 4-1 contro gli Utah Jazz nella serie iniziale; gli ultimi, 4-2 contro i Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari. Nell’altra gara del tabellone della Western Conference saranno impegnati, infine, i Portland Trail Blazers, 4-1 contro gli Oklahoma City Thunder, e i Denver Nuggets, dopo aver vinto gara-sette contro i San Antonio Spurs di Marco Belinelli.
GLI WARRIORS VINCONO GARA-SEI: SI CONCLUDE LA STAGIONE DEI LOS ANGELES CLIPPERS E DI DANILO GALLINARI
Si conclude l’avventura dei Los Angeles Clippers di Danilo Gallinari, sconfitti dai Golden State Warriors in gara-sei, decisiva per chiudere la contesa sul 4-2, dopo che LA s’era nuovamente imposta, a sorpresa, alla Oracle Arena in gara-cinque. Insormontabile, per gli angeleni, la prestazione di Kevin Durant, 50 punti con 15/26 al tiro, record personale, di cui 38 a referto nel primo tempo, seconda miglior prestazione nella storia dei playoff. Nonostante, proprio nell’ultima partita della serie, Danilo Gallinari abbia realizzato, a livello personale, la miglior prestazione playoff in carriera: 29 punti, 11/24 al tiro, tre triple e 5 rimbalzi. A coronamento della stagione della definitiva consacrazione, dove l’azzurro ha trovato i proprio migliori numeri in carriera ai playoff: 19.8 punti, 6.2 rimbalzi e 2.7 assist in 33.5 minuti.
Per i Clippers si conclude, dunque, un’annata tutt’altro che deludente, dopo una serie che ha dimostrato, ove ce ne fosse bisogno, la resilienza della squadra di coach Doc Rivers, da per spacciata sin troppe volte. E già pronta, in previsione del prossimo anno, forse, al definitivo salto di qualità, con l’aggiunta probabile, complice un discreto spazio salariale, di uno o due free agent che potrebbero concorrere a mutare gli equilibri della franchigia e della lega intera.
Il futuro di Danilo Gallinari, tuttavia, è piuttosto in divenire. E nonostante il suo apporto, nonché i complimenti di tutto lo staff e i vertici dei Los Angeles Clippers, a cominciare dal “guru” Jerry West, non ci sarebbe da stupirsi dovesse venire scambiato. Ad ogni modo, l’appena conclusasi stagione del “Gallo” ha dimostrato come Danilo, con una buona continuità di prestazione, dettata innanzitutto dalle sue condizioni fisiche, possa essere un pezzo importante d’una franchigia che punta a vincere. Se non, addirittura, un all star.
GARA-SETTE PREMIA DENVER: SPURS E BELINELLI OUT AL PRIMO TURNO
Primo turno “fatale” anche per l’altro azzurro impegnato nella postseason, Marco Belinelli, con i San Antonio Spurs, sconfitti in gara-sette 90-86 dai Denver Nuggets. I quali, dunque, torneranno in semifinale dopo una decina d’anni d’assenza, nel tentativo di conquistare una finale di Conference che degnamente coronerebbe una stagione di assoluto livello, ottimamente interpretata da una franchigia giovane e di indubbia prospettiva.
San Antonio, d’altro canto, esce per il secondo anno consecutivo al primo turno, non riuscendo ad oltrepassare l’ostacolo del Colorado, dopo un buon inizio di serie, al quale, tuttavia, gli speroni non sono riusciti a dare continuità. Troppe, per i texani, le difficoltà nel gestire difensivamente Nikola Jokic e compagni, coniugate a inestricabili rompicapo riguardo la possibilità di convivenza offensiva tra le due stelle in nero-argento, LaMarcus Aldridge e DeMar Derozan, apparsi parecchio in crisi in alcuni momenti decisivi delle sette gare disputate. Buoni, ad ogni modo, i segnali che sono giunti a coach Gregg Popovich ed Ettore Messina dai giovani della squadra, Derrick White e Bryan Forbes in primis, in attesa del rientro, il prossimo anno, dell’infortunato Dejounte Murray. Ai quali, c’è da crederci, San Antonio proverà in estate ad aggiungere altri tasselli, sia dal Draft che dalla free agency, per cercare, oltre che l’ennesima avventura in postseason, di tornare in finale di Conference.
Discreta, nelle difficoltà Spurs, come lo è stata nell’intera stagione, la prova ai playoff di Marco Belinelli, tra gli “speroni” più avvezzi alla postseason. 5.9 punti, 1.9 rimbalzi, 1.1 assist in 18.7 minuti, 36,8% dal campo, 38,1% da tre e 83,3% ai liberi i numeri dell’azzurro. Il quale, tuttavia, come tutto il roster Spurs, ha avuto qualche difficoltà ad esprimersi al meglio, complice anche la buona difesa organizzata da coach Mike Malone. Ancora un anno lega le parti e sia San Antonio che Marco si sono sempre detti vicendevolmente soddisfatti del legame che li unisce. Il prossimo anno, dunque, Belinelli cercherà nuovamente di essere il giocatore solido, d’esperienza, con un pizzico di estro, da affiancare a dei compagni giovani, in crescita. Con il solito obiettivo, che ha sempre contraddistinto tanto Beli quanto gli Spurs: vincere.
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