L’ecuadoriano della Movistar si è imposto sul traguardo di Frascati nella quarta tappa. Un anno fa, chiuse al quarto posto. In questa edizione della corsa rosa punta a stupire ancora.

Richard Carapaz (fonte profilo Twitter del corridore)

“Oggi è toccato a noi perdere qualche secondo, ma nulla è ancora deciso”. Richard Carapaz era stato un buon profeta al termine della terza tappa, quando l’impatto contro un dosso aveva danneggiato una ruota, costringendolo ad utilizzare la bicicletta prestatagli dal compagno Antonio Pedrero. La sua rimonta difficoltosa per le diverse caratteristiche del mezzo dell’amico, molto più alto di lui, era stata vanificata da una caduta che aveva spezzato il gruppo. Risultato: 46 secondi persi per strada e l’ottima cronometro in apertura vanificata. Ma ogni giorno è diverso al Giro e Carapaz, nonostante la giovane età, ne è consapevole. Una lezione imparata l’anno scorso, quando, a sorpresa, sfiorò il podio e la maglia bianca. Ieri, però, Richard si è preso la rivincita, vincendo a Frascati. Un successo “dedicato a mia madre e a mia moglie”.

CONDIZIONE

Impressiona certamente l’ottimo stato di forma in cui l’ecuadoriano classe 1993 si trova. Con una modestia mista a timidezza spiega: “Credo che abbiamo svolto un ottimo lavoro in questi primi tre mesi di gare e nel periodo precedente all’inizio della stagione. Ora iniziano ad intravedersi i primi effetti. Sono venuto in ottima forma, i risultati stanno arrivando”. Tradotto: Carapaz sta bene, è preparato e può legittimamente sognare in grande, magari di ripetere l’ottimo Giro di un anno fa. Il suo scatto bruciante lo rende un brutto cliente  per tutti in salita. E poi sa gestire lo sforzo e la fatica per tre settimane. Lecito attendersi altre azioni da qui a Verona.

CLASSIFICA

Migliorare il quarto posto della scorsa edizione, tuttavia, non è semplice. In parte perché ogni anno fa storia a sé, in parte perché c’è Mikel Landa con i gradi di capitano in cerca di importanti soddisfazioni. Carapaz, con tutta onestà, riconosce le gerarchie interne: “Il capitano è ancora Mikel Landa e rispetteremo questa linea. Vediamo come si sviluppa la gara. In fondo manca ancora moltissimo. Non resta che aspettare”. E vedendo l’acume di cui dispone Richard, c’è da credergli fortemente.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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