La 15a tappa della Vuelta a España porta i corridori ai 2516m di Sierra Nevada, in quella che sarà una delle tappe decisive della corsa spagnola: ecco il film di questa frazione.

Vuelta 2017

Miguel Angel Lopez vince l’11a tappa della Vuelta 2017 (Fonte Twitter)

VUELTA 2017, 15a TAPPA: LOPEZ DOMA SIERRA NEVADA

129.4km che non vanno assolutamente sottovalutati, e sono inseriti all’unanimità tra le tappe che potrebbero decidere questa Vuelta a España: da Alcalà La Real a Sierra Nevada, per un arrivo in salita che porterà i corridori ai 2516m della nota stazione sciistica iberica. È una tappa d’altissima montagna, la 15a della Vuelta: si parte con l’Alto de Hazallanas, un 1a categoria con punte al 22%, per poi ricominciare a salire dopo 20km di discesa con l’Alto del Purche, la salita da 8.5km all’8.5% di media (punte al 15%) che fa da antipasto alle difficoltà della Sierra Nevada. Dopo una lieve discesa, i corridori inizieranno lo sbalzo verso i 2500m con una salita che ufficialmente è al 5.5% di media nei suoi 19.3km, ma prevede tre tratti di lieve discesa che abbassano il dato ”reale”: negli ultimi otto km i corridori saranno sopra i 2mila metri di quota, negli ultimi sei si salirà costantemente fino a raggiungere l’8.5% di pendenza. Insomma, una salita che può far saltare il banco, in una tappa che parte con una fuga a 8: attaccano Theuns (Trek), Trentin (Quickstep), Oliveira (Movistar), van Asbroeck (Cannondale), Armée (Lotto-Soudal), Perez e Rossetto (Cofidis) e Mas (Caja Rural), che però non restano insieme a lungo. Sull’Alto de Hazallanas Armée fa la differenza, liberandosi anche di Rossetto e scollinando per primo in una salita importante: dietro di lui i residui della fuga, ma soprattutto coloro che sono usciti dal gruppo dei big. È Bardet il primo a muoversi insieme ad Adam Yates e Kruijswijk, e questi corridori riprendono Oliveira e Rossetto scollinando a un minuto dal leader: il gruppo, tirato da Astana che fa saltare Roche, inizialmente tiene la fuga sotto i due minuti, ma poi lascia arrivare il distacco fino a 3’10” circa, dimezzati in discesa.

Tutti si aspettano i grandi duelli sulla Sierra Nevada, ma invece Alberto Contador attacca all’inizio dell’Alto del Purche, preparandosi il terreno con una piccola trenata di Stetina che mette in difficoltà gli avversari e fa quasi staccare De La Cruz (che salta dopo 5km di salita): assieme al Pistolero parte Miguel Angel Lopez (erano d’accordo), talento colombiano in forma strepitosa, e i due vanno all’inseguimento di Yates, rimasto da solo dopo aver staccato gli avversari. Il britannico non perde dal duo Contador-Lopez, rimanendo con 50-55” di vantaggio per tutto il Purche, ma i due riprendono Bardet e guadagnano parecchio sul gruppo: allo scollinamento del Purche, il vantaggio è di 35”, con Sky che tira regolare (al punto da non staccare Armée, ripreso) e Froome che non sembra in condizione. ”Mata o muere”, è questo il mantra di Alberto Contador, corridore d’altri tempi che non ce la fa a stare buono buono in gruppo come gli altri big: Albertino, Lopez e Bardet arrivano anche a 1’15” di vantaggio sul gruppo, dal quale si muove il solo Nibali. Vincenzo prova l’attacco ai -13km, guadagna 10” e poi viene ripreso da Sky, che tira con Nieve e Poels tenendo tutti in riga: ai -6km Lopez rompe gli indugi, e la sua ultima accelerazione stacca tutti, a partire da Contador per poi finire con Yates, ripreso e superato ai -4km. ”Mata o muere”, e stavolta il Pistolero cede, venendo ripreso dal gruppo: Superman Lopez intanto prosegue il suo favoloso assolo, andando a guadagnare e vincendo la tappa, la seconda della sua Vuelta dopo Calar Alto. Dal gruppo si muove il solo Zakarin, che guadagna circa 17” comprensivi d’abbuono (arriva a 35”) e migliora la sua classifica, mentre Kelderman vince la volatina per il 3° posto e arriva a 44”: Froome non era al 100% (arriva con Chaves a 47”), ma nessuno ha attaccato seriamente, e addirittura Nibali si stacca nel finale, perdendo 6”. Aru aveva già ceduto e arriva a 1’02, Contador invece chiude a 1’26” patendo gli ultimi km in altura, ma gli applausi sono tutti per lui e per la sua azione coraggiosa.

VUELTA 2017: LA CLASSIFICA DOPO SIERRA NEVADA, LOPEZ È IL MIGLIORE IN SALITA

L’esplosione definitiva di un campione, o meglio, di un ragazzo cresciuto a pane e salite: Miguel Angel Lopez aveva vinto il Tour de l’Avenir 2014 e l’anno scorso aveva mostrato buone cose nell’esordio da pro’ (vincendo il Giro di Svizzera a 22 anni), ma ora si guadagna l’appellativo di ”futura stella”. Il colombiano, cresciuto e tuttora residente in un paese a 2100m d’altitudine e dunque abituato all’altissima quota, ha nuovamente dimostrato di essere il più in forma in salita e ora, visto che di salite ce ne sono ancora parecchie, inizia a fare un grande pensiero al podio della Vuelta 2017. L’azione di oggi, sommata agli abbuoni (10”), lo riporta infatti in alto nella classifica generale: guida sempre Chris Froome, che ora ha 1’01” su Nibali e 2’08” su Ilnur Zakarin. Scende giù dal podio Wilco Kelderman (2’11”), che precede Chaves (2’39”) e lo stesso Lopez, che guadagna quattro posizioni e ora si trova a 2’51”: Fabio Aru lo segue a 3’24” e sembra perdere i galloni da capitano (o forse li ha già persi?), mentre completano la top-10 Woods (3’26”), Contador (3’59”) e Poels (5’22).

Dopo il grande successo di Lopez, la Vuelta 2017 si ferma per l’ultimo giorno di riposo: ripartiremo dalla cronometro di Logroño, 42km nei quali Chris Froome potrebbe dare lo strappo definitivo nella generale.

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Marco Corradi
31 anni, un tesserino da pubblicista e una laurea specialistica in Lettere Moderne. Il calcio è la mia malattia, gli altri sport una passione che ho deciso di coltivare diventando uno degli Azzurri di Gloria. Collaboro con AlaNews e l'Interista

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