Dopo tanto tempo, la doppietta Giro-Tour torna di moda grazie a Chris Froome. Sessantanove anni fa, Fausto Coppi realizzava la prima accoppiata tra le grandi corse a tappe entrando nella storia.

Fausto Coppi in trionfo (Fonte Occhio pavese)

IL DOPPIO VOLO DELL’AIRONE

“Un omino con le ruote contro tutto il mondo. Un omino con le ruote contro l’Izoard. E va su”. Il cantante Gino Paoli aveva ragione. Fausto Coppi andava forte, fortissimo in quel 1949. Si sentiva bene ed era sostenuto dalla ferrea volontà di riprendersi il trono agli occhi degli appassionati italiani, ancora estasiati ed inebriati per le vittoriose gesta dell’acerrimo rivale Gino Bartali. Il successo al Giro d’Italia 1946 e l’impresa al Tour de France 1948 erano divenuti simboli di un paese in ripresa dopo le rovine della guerra. L’Airone piemontese, però, si sentiva in dovere di dimostrare di non essere da meno dell’avversario. Così, pianificò un duplice assalto apparentemente folle: la doppietta Giro-Tour. Mai nessuno era riuscito a far proprie le due grandi corse a tappe. Apparentemente una follia. Ma anche la più illogica delle pazzie può diventare un capolavoro se incontra il talento di un fuoriclasse. Effettivamente, come si può considerare il 1949 ciclistico se non un anno irrazionale? Nel giro di pochi mesi, Coppi inventava l’impensabile. Dapprima scalò tutto solo tre colli andando a conquistare in un solo giorno la Cuneo-Pinerolo ed la corsa rosa. Poi vestì anche il giallo della Grande Boucle, arrivando per primo a Parigi dopo un’ultima settimana da padrone assoluto, dominando in salita ad Aosta e a cronometro a Nancy. A poco valsero gli sforzi di Bartali, guerriero indomito sulle strade italiane e nemico-amico in Francia. Giro e Tour nello stesso anno, un’accoppiata impensabile per tutti, non per l’Airone, immenso nelle sue planate in salita con trainate da autentica locomotiva.

IL TOUR DEGLI ITALIANI

Annata pazza quel 1949, ma anche incredibilmente favorevole ai colori azzurri. Tripletta nella corsa rosa, con Coppi, Bartali e Martini sul podio. Doppietta nella Grande Boucle con Fausto e Gino davanti a tutti e Magni protagonista nell’arco della prima parte della gara. Una splendida dimostrazione di forza da parte del movimento ciclistico italiano. La manifestazione di questo strapotere si verificò durante il Tour de France che allora si correva con selezioni nazionali. Mai si era verificato un simile dominio in una competizione da parte di una sola squadra. Mai i francesi padroni di casa avevano incassato un simile smacco nella gara di casa, organizzata per esaltare i propri talenti. Poco da fare, se dall’altra parte esistono mostri sacri animati da un insaziabile appetito di vittorie. Nessun rimpianto se si lotta contro i titani, alla stregua di novelli Don Chisciotte. Una pagina indimenticabile del romanzo azzurro.

Federico Mariani
Nato a Cremona il 31 maggio 1992, laureato in Lettere Moderne, presso l'Università di Pavia. Tra le mie passioni, ci sono sport e scrittura. Seguo in particolare ciclismo e pallavolo.

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